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Mariano RIGILLO

La Fondazione, per l'anno 2012, ha voluto attribuire il premio "Giovanni e Lucia Di Trapani" al Maestro Mariano RIGILLO, attore.
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La Motivazione
Estraendo dall'intimo della sua multiforme personalità la variegata rassegna dei personaggi, a cui ha prestato il corpo e la voce sulle tavole del palcoscenico, da oltre cinquant'anni, Mariano Rigillo viaggia in una costante scoperta spirituale, che riesce ad alternare con la stessa naturalezza interpretazioni del teatro classico e di quello contemporaneo, transitando con disinvoltura da figure drammatiche e complesse a ruoli brillanti e comici.
Formato all'Accademia Nazionale di Arte Drammatica, ha lavorato con i più famosi registi di cinema e teatro, cimentandosi, sin dagli esordi con approvazione di critica e pubblico, in Aristofane e Brecht, Seneca e Pirandello, Sofocle e Goldoni, Ibsen e Moliére. Protagonista della fortunata stagione degli sceneggiati televisivi, è stato antesignano del genere "fiction", continuando, con la sua poliedrica recitazione, a regalare agli spettatori, sul piccolo come sul grande schermo e in teatro, emozioni e ricordi che solo i grandi attori sanno trasmettere.
Benchè nativo della città partenopea, è approdato alla teatralità napoletana solo a carriera già matura con il suo indimenticato amico Giuseppe Patroni Griffi, interpretando peraltro in maniera memorabile le scene del Masaniello, come le opere di Viviani e Petito.
La sua voce, che è capace d'essere nel contempo austera e sorniona, carezzevole e glaciale, ironica e romantica, si esprime con successo anche nel doppiaggio e nella canzone.
A Mariano Rigillo, aristocratico ricercatore di linguaggi nuovi e antichi, armonioso esploratore di tragitti ignoti, sempre pronto a trasfondere sulla scena gli esclusivi percorsi interiori della sua anima artistica, la Fondazione conferisce il "Premio Giovanni e Lucia Di Trapani 2012


Biografia
Allievo di O. Costa e di S. Tofano, si diploma all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica nell'anno scolastico 1961-62, affermandosi ben presto come uno dei più interessanti e duttili interpreti del teatro italiano. Si impone dalla seconda metà degli anni Sessanta lavorando con registi come L. Ronconi (Fedra di Seneca, Misura per misura di Shakespeare, Il candelaio di G. Bruno), G. Patroni-Griffi (La bottega del caffè e Le femmine puntigliose di Goldoni oltre a Persone naturali e strafottenti dello stesso Patroni Griffi in cui è, con esiti irresistibili, il nevrotico travestito partenopeo Mariacallàs), A. Fersen (Golem), M. Meshke (Il sogno di Strindberg, allo Stabile di Torino), G. Retoré (La battaglia di Lobositz di P. Hachs, al Piccolo Teatro di Milano), B. Besson (L'anima buona di Sezuan di Brecht) e molti altri. Nel 1974 ottiene un'importante affermazione personale in Masaniello di E. Porta e A. Pugliese, dimostrandosi capace di ravvivare l'antica sapienza scenica partenopea in chiave di asciutta e incisiva modernità, pur conservando una forte impronta popolare. Sulla stessa linea ha suscitato notevole interesse il suo lavoro sul teatro di Raffaele Viviani, di cui è inizialmente interprete diretto da G. Patroni-Griffi (una delle sue prime importanti affermazioni è in Napoli, notte e giorno, 1966, seguita da Napoli, chi resta e chi parte), per poi divenirne attento studioso e divulgatore in prima persona, anche come regista: particolarmente memorabile il suo allestimento di Pescatori, 1981, cui seguiranno Zingari e Osteria di campagna (1993).